e finalità medesima (il serpente che si morde la coda, simbolo esoterico della ciclicità del tempo…)
Ergo, la Piazza del Duomo della città in cui vivo, Siracusa, deserta ma con un bambino (la nuova generazione, la speranza, il futuro) che gira ossessivamente da un punto all’altro della piazza, andata e ritorno, in bicicletta (la ruota, il cerchio, la ciclicità), l’eterno ritorno di cui sopra.
Rallentare, se pur forzatamente, i nostri ritmi fino a ieri troppo frenetici e spesso distruttivi ci ha portati a fermarci, riflettere su tante cose, e riappropriarci anche di noi stessi…
De Chirico proponeva interrogativi senza soluzione, abbandonandosi all’enigma con un atteggiamento distaccato; nelle sue tele metafisiche il tempo è imprecisabile, immobile, immaginario.
Dovremmo forse ripartire da lì?