Gabriele Basilico è stato uno dei massimi interpreti della fotografia del paesaggio urbano, ammirato e seguito anche al di fuori dei confini nazionali, vincitore di numerosi riconoscimenti fra cui “L’Osella d’oro per la fotografia d’architettura contemporanea” della Biennale di Venezia. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private internazionali (tra cui MAXXI, International Center of Photography New York, MoMA New York, San Francisco Museum of Modern Art, Stedelijk Museum, Centre Georges Pompidou) e sono state esposte
in musei e gallerie in tutto il mondo. Un grande artista internazionale per la prima volta a Catania con una mostra inedita. La selezione di fotografie realizzate da Gabriele Basilico nel corso della sua carriera, dagli ultimi anni Ottanta sino al primo decennio Duemila.
Un grande artista internazionale arriva a Catania con una mostra inedita. Le opere, appositamente prodotte per la mostra dall’Archivio Gabriele Basilico, sono in due formati: 40 in formato 60×70 cm e 10 in formato 100×130 cm.
La selezione rivela un approccio sino a oggi poco indagato all’interno della ricca produzione artistica lasciata dal fotografo milanese. I territori intermedi di Basilico sono spazi fisici e paiono quasi tangibili con lo sguardo, ma anche spazi mentali, indotti nell’osservatore dai vuoti, dalle assenze determinate da pause e silenzi nella costruzione visuale dell’immagine.
Lo spessore della luce e la scelta prospettica adottati da Basilico contribuiscono a determinare l’equilibrio formale fra i volumi inducendo a una corretta lettura dell’immagine, attraverso quell’atto di sospensione e contemplazione molte volte sottolineato dallo stesso fotografo come momento fondamentale nell’osservazione del paesaggio, di qualunque natura esso sia e si presenti.
Nato durante l’emergenza Covid-19 per celebrare la straordinarietà di una devozione silenziosa, il progetto Agata on the road, promosso dalla Fondazione OELLE Mediterraneo Antico ETS, giunge quest’anno alla sua quinta edizione. Questa iniziativa si è evoluta in un appuntamento di grande contemporaneità, mettendo in luce il connubio tra arte, cultura e tradizione agatina.
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.