In occasione dell’80mo anniversario dello sbarco delle truppe alleate in Sicilia, Fondazione OELLE ha ideato “Sicily 1943/2023” , un progetto al quale hanno già aderito l’Accademia di Belle Arti di Catania, il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, il quotidiano La Sicilia, l’Associazione Nazionale vittime civili di guerra, La Camera di Commercio del Sud-est Sicilia.
Il progetto vedrà la realizzazione, tra giugno e settembre 2023, di iniziative e attività storico-culturali-turistici:
10 luglio (h 17-19.30) nella sala principale della Camera di Commercio sede di Catania Convegno “Sicily 1943/2023 memorie contemporanee”, aperto al pubblico, affronterà il tema della liberazione anche in chiave contemporanea e sarà diviso in tre panel da 50 minuti cadauno,
tutti moderati dal prof. Ezio Costanzo: il primo vedrà la partecipazione dei professori Francesco Failla, Peppino Ortoleva e Lina Scalisi; il secondo vedrà il coinvolgimento dei fotografi Federico Baronello e Massimo Siragusa; chiuderanno lo storico tedesco Holger Afflerbach, la storica Michela Ponzani e in collegamento il professor Lucio Villari.
Il convegno sarà l’occasione per presentare al pubblico il libro “SICILY 1943/2023”
Il libro conterrà le fotografie di Federico Baronello e Massimo Siragusa, i testi realizzati ad hoc dai relatori, contributi di Carmelo Nicosia – direttore della Fondazione, Antonello Piraneo – direttore editoriale.
La Sicilia, Andrea Bruno – segretario regionale dell’ANVCG.
Una sezione del libro è stata dedicata ad una selezione di fotografie del grande fotografo e amico della Fondazione Phil Stern sui luoghi dello sbarco, in particolare le aree del ragusano e Comiso La fondazione si prefigge con il libro l’obiettivo di una narrazione dei luoghi come un grande museo a cielo aperto, aprendo a percorsi contemporanei della memoria per i viaggiatori.
Poesia è la prima parola che mi rimanda all’arte di Anna Tusa: un pensiero – o piuttosto una visione – che supera la barriera dell’immagine e colpisce i nervi scoperti di ciascuno di noi, ci disarma e ci mette davanti alle nostre fragilità, specchio in frantumi che riflette le nostre multiple immagini.
Questa mostra parla di un collezionista d’altri tempi, romanticamente e fortemente legato ad una visione per la quale l’opera, nel valore artistico e unicità, l’unico simbolo in grado di rappresentare il suo amore per l’arte.