
H.A.S.
Homo Ars Sacrum
Sin dai primi albori della nostra civiltà, la connessione simbiotica tra oggetti e credo religioso ha rappresentato un elemento fondante dell’umanità. I primi templi della storia messi in luce dagli archeologi nel sito turco di Gobekli Tepe (databili a circa 12.000 anni fa) rappresentano la prima evidenza di questa congiunzione inscindibile dei tre elementi (uomo, arte e divino) che da quel momento in avanti segneranno l’evoluzione dell’uomo. Non si può quindi immaginare una religione solo attraverso un’analisi interiore della spiritualità dell’uomo; essa è infatti il prodotto di un rapporto simbiotico tra esseri umani e oggetti che divengono i media per l’ascesa ideale al mondo sovrannaturale. Questo rapporto inscindibile continua ancor oggi a segnare il rapporto tra fedeli e mondo divino. La distruzione delle icone religiose precedenti all’avvento dell’Islam da parte dei terroristi del DAESH conferma ancor di più questo legame imprescindibile e la necessità da parte nostra di comprendere le ragioni di questo legame che è assai evidente nelle tradizioni popolari della nostra terra (come nel caso della festa di Sant’Agata) così come nella produzione artistica contemporanea (si pensi alla serie ‘Young Pope’ ovvero alle opere di artisti come Maurizio Cattelan). È per questo motivo che diviene obiettivo primario della nostra società quello di procedere all’individuazione di strumenti analitici che coinvolgano non solo l’analisi dei fenomeni religiosi, ma anche la loro trasformazione attraverso fenomeni artistici che entrino in simbiosi con le tradizioni popolari della religiosità contemporanea.
H.A.S. (Homo Ars Sacrum) Material culture and religion, progetto curato da Nicola Laneri (Direttore della School of Religious Studies, CAMNES, Firenze, e Professore di Archeologia del Vicino Oriente antico alla Università di Catania) e prodotto da Fondazione Oelle Mediterraneo Antico, diviene quindi strumento d’indagine e specchio di questa condizione di religiosità materiale (‘material religion’), ma anche di comprensione della ‘ambivalenza del sacro’ (come fatto notare inizialmente dal padre della sociologia moderna Emile Durkheim ed enfatizzato successivamente dal filosofo Giorgio Agamben nella sua opera ‘homo sacer’) che mescola elementi sacri ad aspetti profani nell’affermazione della dimensione divina da parte della società. Il progetto HAS diviene una testimonianza visiva di questo legame imprescindibile tra la dimensione spirituale e quella materiale del sacro attraverso tre interviste tematiche con studiosi e artisti di fama internazionale (Ian Hodder, Paolo Matthiae e Alfredo Pirri) e, infine, un documentario/viaggio dedicato alla festa di S. Agata e al ruolo svolto dalla donna nella creazione della spiritualità religiosa delle società antiche e contemporanee.

Intervista a Ian Hodder

Intervista a Alfredo Pirri

Intervista a Paolo Matthiae